Quante volte ci capita di far cadere un vaso a cui teniamo tanto? Rompiamo un regalo a cui siamo particolarmente legati. Quando va in pezzi un oggetto di ceramica o porcellana, a prescindere dal valore affettivo, ė difficile, ma non impossibile ricomporlo. Potremmo azzardare a paragonare i cocci di ceramica alle esperienze negative della nostra vita, pezzi che sono difficili da rimettere insieme. Siamo un pó tutti dei vasi rotti quando c'è qualcosa che va storto durante il nostro percorso.

La prima cosa che ci viene in mente quando si rompe una ciotola? Rimediare al danno riattaccando tutti i pezzi con la colla, certi del fatto che non sarà più come prima, oppure, senza farci troppi problemi, la buttiamo via.

Sapevate che in Giappone esiste, sin dal XV secolo, una tecnica che dona una seconda vita alla ceramica rotta? Oltre ad essere una vera e propria riparazione, è arte e filosofia allo stesso tempo: impreziosisce, evidenzia ed aggiunge valore alle fratture dell'oggetto in questione.

Si tratta del kintsukuroi, o riparazione in oro, una tecnica che si serve di un metallo prezioso fuso, in particolare oro o argento liquido, per riunire i cocci di ceramica rotti, andando ad enfatizzare le crepe che si sono create. In pratica si riuniscono i frammenti usando l'oro liquido, dando nuova linfa all'oggetto ed esaltando le sue imperfezioni: infatti, quando il metallo fuso si andrà ad incanalare casualmente in tutte nervature, nascerà una vera e propria opera d'arte.

A questo punto abbiamo la certezza che ceramica e porcellana possono essere riparate, magari trasformandole in un pezzo di arredamento e non più un oggetto di utilità quotidiana.

Se vogliamo aggiustare un piatto appartenente a un servizio pregiato vi conviene raccogliere i cocci e gettarli via perché quel piatto non avrà mai la stessa tenuta di prima. Nel caso vogliate sistemare il piatto state tranquilli, non sarà necessario oro o argento liquido: mano ferma, precisione e, come collante, un particolare tipo di resina, usata nell'ambito enologico. Per ricomporre un oggetto bisogna accertarsi di avere con sé tutti i pezzi e averli lavati prima di procedere a ricomporre il tutto, così da evitare eccessi di polvere e grasso. Dopo questa fase, si può iniziare la fase di attaccatura con la famosa resina epossidica e molto lentamente ricomporre il tutto. Finito questo processo, affinché i pezzi rimangano ben saldi tra di loro, ė necessario munirsi di elastici ed aspettare 24 ore per l'asciugatura definitiva.

Oltre ad essere una vera e propria arte, il kintsukuroi è una filosofia di vita dalla quale tutti noi dovremmo trarre insegnamento; creare un oggetto nuovo da cocci sparsi sul pavimento metaforicamente significa raccogliere e mettere insieme ferite e fratture che la vita ci pone davanti a noi, ci sprona a rialzarci e continuare a combattere.

Imparare ad essere resilienti, affrontare in maniera positiva eventi traumatici e di riorganizzare la propria esistenza dinanzi alle difficoltà, restando sensibili ed aperti alle opportunità positive che la vita ci pone davanti.