Tutti noi dovremmo avere libero accesso all'acqua, essa ė vitale per l'uomo, sebbene quest'ultimo non si renda conto di quanto sia preziosa: le risorse idriche andrebbero protette e non diventare patrimonio di pochi elementi. Per la costruzione di una società basata su uno sviluppo sostenibile, è importante soffermarsi sulle politiche adottate dalle nazioni per garantire alle persone un accesso sicuro alle cure mediche, un servizio sanitario di base che non discrimini nessuno. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie è quello di cui tratta l'obiettivo 6 dell'Agenda 2030. La popolazione mondiale ha il diritto ad avere acqua potabile e a potersi curare.

Se vogliamo vivere bene abbiamo bisogno di infrastrutture che ci permettono di portare acqua laddove manca, di conseguenza uno degli traguardi che devono essere raggiunti entro il 2030 è quello che sviluppare un adeguato ed equo accesso ai servizi sanitari di base e di igiene per tutti, stando attenti ai bisogni e alle necessità di donne, bambini, anziani e disabili. La carenza o la totale assenza di adeguate opere architettoniche, come gli acquedotti e le reti fognarie, provoca ogni anno quasi 2 milioni di morti causati da malattie dovute alla scarsa igiene dell'acqua: i primi a contrarre infezioni come tifo o epatite saranno i bambini. Se mancano acqua e servizi sanitari essenziali verrà meno la sicurezza alimentare e quindi il sostentamento delle famiglie; inoltre, nei paesi più poveri del mondo, la siccità aumenta la fame e la malnutrizione. A questo proposito l'obiettivo 6 si propone di aumentare entro il 2030 l'efficienza idrica per tutti i settori e fornendo acqua dolce per ridurre il numero delle persone che muoiono di sete.

Gestire in modo responsabile e sostenibile le riserve di acqua significa anche preservarle dall'inquinamento; la contaminazione delle risorse idriche ė dato in primo luogo dall'emissione delle fabbriche di sostanze chimiche pericolose, non solo nell'atmosfera ma anche nelle falde acquifere, creando danni ambientali per tutto l'ecosistema terrestre: entro il 2030 bisognerà dimezzare la percentuale di acque reflue non trattate ed aumentare il riciclo e il trattamento di queste sostanze, così da renderle meno tossiche per l'ambiente.

Il delicato equilibrio del nostro ecosistema terrestre è messo a dura prova dai cambiamenti climatici che incidono sulla disponibilità di acqua: in parole povere, se c'è carenza di risorse idriche si andrà incontro a siccità, carestie e rischio incendi (com'è accaduto in Australia nel gennaio scorso); mentre se di acqua ce n'è troppa (causata da precipitazioni intense in un lasso di tempo breve) ci saranno alluvioni, frane e smottamenti. L'obiettivo 6, tra i vari traguardi al suo interno, ha quello di proteggere tutti gli ecosistemi legati all'approvvigionamento di acqua, come montagne, fiumi, laghi e foreste.

Accedere alle risorse idriche è un diritto fondamentale dell'uomo, intorno all'acqua si sviluppa la vita di ogni individuo sulla terra. Senz'acqua non può esserci vita, per questo motivo è compito delle istituzioni nazionali e mondiali proteggerla e preservarla.