A causa dell'emergenza Covid-19 le festività pasquali saranno diverse dagli anni precedenti. Saremo costretti a rimanere in casa con i nostri bambini, ad annullare viaggi - magari precedentemente programmati - e soprattutto a rinunciare alle consuete gite fuori porta.

Allora come organizzare il nostro tempo insieme ai più piccoli?

Stimoliamo la loro fantasia creando dei lavoretti per Pasqua riciclando quello che riusciamo a reperire in casa: carta, plastica, bottoni e pezzi di stoffa inutilizzati.

Possiamo iniziare con il creare delle decorazioni utilizzando dei cartoncini colorati dando vita a piccoli ovetti di Pasqua da appendere dove più ci piace. Basta avere della colla, cartoncini e del filo di cotone ed il gioco è fatto! In men che non si dica la vostra casa si riempirà di uova e coniglietti multicolore. Un'altra idea è quella di riciclare i tubi di cartoncino quando carta forno e allumunio si esauriscono per improvvisare dei conigli portapenne o dei pulcini porta ovetti da decorare con ciò che vogliamo. Lo strumento principale che ci serve è la fantasia, se siamo a corto di input ci penseranno i bambini con le loro idee geniali.

Un altro materiale che si presta perfettamente al riuso creativo è la plastica: in particolar modo, le bottiglie in PVC che diventano magicamente barattoli all'interno dei quali mettere tutto ciò che volete. Per le decorazioni serviamoci di carta, cartoncino più rigido, dei bottoni colorati e magari dei ritagli di stoffa.

Se proprio volete far divertire i vostri bambini potete proporre loro di colorare le uova che andranno ad arricchire il pranzo di Pasqua. Come fare?
Intanto preparate le uova sode e fatele raffreddare. Per la colorazione ricorreremo a metodi assolutamente semplici e naturali, preparando dei decotti con diversi vegetali. Per ottenere un bel verde, ad esempio, utilizzate l'acqua di cottura degli spinaci; per il rosso potremmo usare le rape rosse; per il blu il cavolo cappuccio rosso. Inoltre, potremmo preparare anche dell'acqua calda con il caffè per ottenere il marrone. Una volta preparati i decotti immergiamo le nostre uova raffreddate nei rispettivi liquidi ancora caldi (ma non bollenti) e lasciamole in ammollo per far assorbire il colore, aggiungendo un cucchiaino di aceto in ogni contenitore. Più a lungo resteranno in ammollo e più intenso sarà la colorazoione. Una volta completata questa opeazione, asciugate molto bene le uova e conservatele in frigo prima di portarle a tavola e consumarle insieme ai bambini.

In questo clima di incertezza e preoccupazione non possiamo rinunciare a colorare la nostra Pasqua di fantasia e creatività, consapevoli che presto potremo tornare ad abbracciarci e a festeggiare insieme.

Allora non ci resta che augurare a tutti voi una Buona Pasqua di riciclo e di amore.

 

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d'azione per le persone e per il pianeta redatto dall’ONU nel 2015. Essa ha al suo interno 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e tra i vari traguardi che i Paesi devono impegnarsi a raggiungere entro il 2030 vi è l'undicesimo obiettivo che pone come target la realizzazione di città inclusive, sicure, durature e sostenibili.

Per rendere possibile la realizzazione dell’obiettivo 11 è necessaria la sinergia di tutti gli organi sociali, politici ed economici affinché si arrivi a restituire alla popolazione una città a misura d'uomo: multietnica, ecologica, moderna e sicura.
Oggigiorno la maggior parte della popolazione mondiale vive nelle città e il conseguente svuotamento dei piccoli paesi comportando a breve il sovraffollamento delle metropoli; di conseguenza è importante che la crescita dei centri abitati sia quanto più ordinata possibile e con la garanzia che possa essere assicurato l’accesso ad un alloggio e ai servizi di base tradizionali.
Sin dai tempi antichi la città ha sempre incarnato l’ideale di cultura e civiltà, luogo di incontro e scambio reciproco, dove regnano sovrani i più evidenti contrasti della società: povertà e ricchezza, servizi efficienti e abbandono sono la diretta proiezione dei quartieri centrali e delle periferie ai margini della metropoli. Questi due mondi, sebbene vicini geograficamente, sono lontanissimi a livello sociale ed urbanistico; per questo motivo bisogna garantire la riqualificazione dei quartieri poveri. Partire non solo dagli edifici, ma dagli spazi pubblici fruibili da donne, bambini e anziani, ad esempio parchi pubblici e piazze che sono il punto nevralgico della vita sociale di una città; riqualificare in modo sostenibile e duraturo nel tempo influisce sul benessere di tutta la comunità.

La riqualificazione urbana può cambiare le abitudini dei cittadini tanto che il rapporto comunità-ambiente potrà migliorare sempre di più, con il risultato di legami interpersonali sereni in un ambiente ordinato e pulito. L'intervento pratico nelle periferie dovrà essere accompagnato da altri interventi sociali, culturali ed economici. Le istituzioni devono tenere in conto che le azioni di miglioramento delle periferie vanno effettuati alla luce di quella sostenibilità sociale e culturale di cui si parla nell'obiettivo 11 dell'Agenda 2030, ossia ridurre il divario negli standard di vita tra ricchi e poveri e il riconoscimento da parte di delle comunità locali delle differenze socio-culturali.

Realizzare una città sostenibile e sicura significa proteggere tutte quelle categorie che necessitano di più attenzioni come bambini, donne, anziani e persone con disabilità ed in questo caso riconvertire un parco o un giardinetto di quartiere può avere un valore sociale immenso.

Il momento che stiamo vivendo ė delicato e difficile, rimanere uniti nella lotta al virus COVID-19 è un monito che tutte le istituzioni ci invitano a fare.
Dobbiamo restare a casa per il bene nostro e dei nostri familiari più fragili, non agiamo da egoisti pensando di essere invincibili; nessuno è immune da questo nemico invisibile.

D'altronde possiamo sconfiggere questo nemico stando comodamente a casa sul divano a fare le nostre cose.Detta così non suona poi così male, vero?

Forse i primi che risentono maggiormente di questa "reclusione forzata" sono proprio i bambini che sono molto restii a voler rimanere entro le mura domestiche.
Ma il riuso creativo ci viene incontro e ci aiuta a "colorare" le giornate dei più piccoli utilizzando materiale che comunemente abbiamo in casa.

Possiamo pensare a qualche gioco da fare, magari utilizzando bottiglie di plastica o facendo la pasta di sale colorata; insomma, piccole azioni che aiutano i più piccoli a divertirsi senza muoversi dalla sala da pranzo.

Cerchiamo di riutilizzare la plastica (ad esempio delle bottiglie dell'acqua)  facendo dei portafiori oppure creare dei gioielli fai da te con i tappi delle bottiglie: dare spazio alla fantasia così i bambini non avranno modo di annoiarsi.

Che ne dite di decorare la cameretta dei piccoli con dei bellissimi fiori colorati fatti in casa?
Sono molto semplici da fare e a costo zero: possiamo dare vita a fiori con la carta che riusciamo a reperire in casa, che sia della velina o del cartoncino più spesso. Dei piccoli collage tridimensionali da attaccare come vere e proprie opere d'arte agli armadi dei bambini. Se vogliamo fare un passo oltre, potete utilizzare anche i rotoli di carta igienica per dare il supporto ai vostri fiori e tenerli come oggetti di arredamento unici ed originali.

Un'altra idea può essere quella di creare il sale colorato, i soli ingredienti da avere sono dei barattoli in vetro, del sale e dei gessetti colorati.
Fate strofinare ai vostri figli il sale con i gessetti fino ad avere un colore bello intenso; una volta che il colore si sarà uniformato, con il vostro aiuto potranno procedere a versare con un imbuto il sale nel barattolo di vetro: mi raccomando, assicuratevi di chiudere bene il vasetto per evitare che entri l'umidità.

Quale bambino non ama avere le mani in pasta? Allora una splendida idea potrebbe essere quella di creare la pasta modellante fai da te.
Siamo tutti cresciuti con il celeberrimo pongo o Didó, che lasciavamo in ogni angolo della casa. Siamo a conoscenza che la plastilina commerciale può contenere sostanze non proprio green e si sa che i bambini adorano mettere tutto in bocca; per ovviare al problema create il pongo in casa ed eviterete preoccupazioni inutili. Gli ingredienti si possono trovare nella dispensa: acqua, farina, olio, sale ed il gioco ė fatto.

Questo periodo di quarantena ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e di lavorare, lasciando da parte per il momento lo stile di vita che facevamo prima. Viviamolo al meglio, pensando soprattutto ai nostri piccoli bambini.

Rimaniamo a casa, proteggiamo noi stessi e chi amiamo. Insieme ce la faremo.

Nell’ambito cosmetico la parola “green” viene adoperata frequentemente come uno specchietto per le allodole, sinonimo di “naturale” o “ecosostenibile”. Ci capita di leggere “cosmesi naturale” su diversi prodotti (che variano dalla cura del viso fino al make-up), ossia l’espressione dove far rientrare sia i prodotti naturali che quelli eco-bio e biologici. I primi sono formulati con ingredienti che derivano da estratti vegetali (ma possono sempre contenere sostanze chimiche); i secondi sono sempre formulati con estratti vegetali provenienti da agricolture biologiche, ricavati con metodi non inquinanti. Pertanto la differenza sostanziale tra le due è il metodo di lavorazione.

La parola eco-bio racchiude al suo interno l’attenzione all’ambiente, la cura e la sostenibilità nella ricerca delle materie prime fino allo studio del packaging primario e secondario del prodotto stesso. Quando un prodotto può essere definito green? Quando la formulazione contiene dei principi attivi che hanno una derivazione vegetale e non chimica. Avete presente quella patina setosa che abbiamo sul corpo quando utilizziamo prodotti commerciali? Ebbene, sono il risultato dei siliconi, dei parabeni e dei petrolati contenuti in essi che non nutrono la pelle, bensì la occludono e non la fanno respirare.

Sostenibilità è la chiave di lettura sin dalla nascita del prodotto. Partiamo dall’involucro: il packaging esterno deve essere di carta riciclata o proveniente da altri involucri recuperati, mentre per il pack interno si predilige il vetro, l’alluminio o il bambù, per ridurre il consumo di plastiche. In ogni caso il tutto deve essere realizzato con materiali completamente riciclati e biodegradabili.

Vediamo quali sono le differenze tra un cosmetico classico e un cosmetico certificato biologico. Nel primo caso abbiamo la fase acquosa che data dall’acqua, successivamente verrà la fase grassa costituita da petrolati (vaselina, olii minerali e siliconi), poi verranno in successione attivi, emulsionanti, profumi e conservanti tutti di origine sintetica. Nel caso del cosmetico biologico troveremo la fase acquosa costituita da acqua o acque floreali (che variano in base al tipo di pelle), la fase grassa da olii vegetali o dal semplice burro di karité e in successione attivi ed emulsionanti di origine vegetale, profumi, gelificanti e conservanti tutti naturali.

In linea generale capiamo se un prodotto è naturale da due fattori: il primo è dato dalla lista degli ingredienti che lo compongono o, in gergo tecnico, dall’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), dove sono elencati in base alla loro funzione in ordine decrescente; il secondo fattore è dato dalle certificazioni, rilasciate da enti privati, che attestano che le materie prime del prodotto siano davvero biologiche.

Scegliere un cosmetico certificato eco-bio non solo significa acquistare un prodotto privo di sostanze chimiche, ma comporta anche fare una scelta sana per il nostro corpo e, in particolare, diventare dei consumatori attenti e responsabili. La pelle ha il compito di proteggerci da tutti quegli agenti esterni che possono nuocerci e mantenerla in salute significa mantenere in salute tutto l’organismo.

 

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